Ho cambiato il font del blog e spero riusciate a
visualizzarlo correttamente da qualsiasi dispositivo stiate usando, perché ne
ho scelto uno particolarmente da ritardata e ci tengo che tutti possano
notarlo. Del resto, questo blog deve essere il più possibile a mia immagine e
somiglianza.
Ho 24 anni e mi sono accorta che sto invecchiando. Che bell’attacco
di merda, eh? Sì. Ma non sto scherzando, sono tragicamente seria. Da un anno e
mezzo ormai ho smesso di ascoltare (gran parte, non tutta) la mia musica da
quindicenne e ho iniziato a cercare su YouTube gruppi poco noti che ascolto e
canto da sola, perché nessuno dei miei amici ne conosce le canzoni. Sono andata
da sola al concerto dei Biffy Clyro e mi sono divertita più di quando a
diciannove anni andavo al Le Banque con le mie amiche. E così arriviamo al
secondo punto della mia presa di coscienza dell’imminente invecchiamento dell’animo.
Negli ultimi due mesi sono andata a ballare due volte (c’è
anche da dire che a gennaio e febbraio ci sono gli esami, quindi non è che
proprio tutti i sabati sera io fossi nel mood di fare le 5). Comunque, dicevo
che sono andata a ballare solo due volte e mi sono sembrate più che
sufficienti. Sono andata a ballare due volte e in entrambe le occasioni ero con
soli uomini e non avrei potuto chiedere di meglio.
Ma facciamo un passo indietro: durante i primi due anni di
Triennale andavo in discoteca quasi ogni settimana – che fosse il giovedì, il
venerdì o il sabato, ma sempre e solo rigorosamente con le mie amiche. Il terzo
anno, poi, sono andata in Australia, e andavo a ballare ogni singola sera: sì,
avete letto bene, festa nel flat o sul rooftop e poi si esce, altrimenti la
sicurezza ci caccia. Poi la vita ha voluto punirmi facendomi rimpatriare, ma ho
avuto lo stesso un anno scatenato perché avevo amici vari che dovevano
rimorchiarsi a vicenda e io non potevo perdermi assolutamente i limoni segreti.
Ed ecco che ho iniziato a invecchiare.
![]() |
Coco Chanel Ball, Sydney, 26 maggio 2014 |
Quando ho dato l’ultimo esame della sessione invernale avrei
tanto voluto festeggiare andando a dormire alle 21, eppure sono stata
trascinata nel privé del The Club.
Adesso: non so da quanto voi non andiate a
ballare il sabato sera, ma fatemi una promessa. Non fatelo mai più. A meno che
non decidiate di andare all’Alcatraz – perché all’Alcatraz ci si diverte
sempre. Io invece ho avuto la brillante idea di andare in uno di quei locali
che quando ero liceale io, avevano la fama di essere in. Cosa vuol dire? Vuol
dire che gli uomini per entrare dovevano avere la camicia e le donne i tacchi. Quella
sera i maschi avevano magliette bianche e le femmine stivaletti-carro armato
con fibbie d’oro.
La prima deficiente in quella discoteca ero io, però: avevo
le scarpe da ginnastica e a 24 anni mi sentivo estremamente fuori luogo. Ero circondata
da diciottenni illegalmente fighe e altrettanto volgari. A guardarle in faccia
potevano sembrare loro le universitarie, tanto erano truccate. E io ovviamente
sembravo una ritardata – ma questa non è una novità. Non avrei mai rimorchiato
nessuno in quel locale se loro erano le mie rivali: io sembravo una bambola
dell’Unicef e loro le Bratz, cazzo.
Ma prima di provare a buttar giù una scaletta delle tappe
del divertimento alle feste in base all’età, voglio dirvi una cosa, care top
model di Trezzano sul Naviglio: è vero, noi eravamo molto ma molto meno fighe
di voi. Ma almeno quando andavamo a ballare non ci facevamo i tipi con i
risvoltini e le sopracciglia ad ali di gabbiano. Quindi portateci rispetto.
18 anni
L’unica cosa che vuoi fare è uscire. Vuoi conoscere gente
più grande perché credi che loro sì che sanno divertirsi davvero. Vuoi bere
anche l’acetone perché tanto sei ancora un pivello e ti bastano un paio di ore per riprenderti dall’hangover. Ordini invisibili al barista della discoteca e la
maturità ti fa più paura degli ingredienti letali di quel drink a base di
benzina e urina di buttafuori.
19-21 anni
Ormai hai una laurea in feste. Hai iniziato l’università e
non devi più aspettare il weekend per far baldoria. Puoi saltare le lezioni e
far serata anche il mercoledì. Perché sì. Perché al primo anno, sei ancora al
primo anno. Al secondo anno, hai iniziato a conoscere i posti migliori. Al terzo
anno ormai hai capito che andrai fuori corso e allora dov’è la serata top il
martedì? Con i drink inizi a regolarti, hai abbandonato i beveroni da vomito
con Red Bull e scroto di topo tritato e inizi a orientarti verso dei grandi
classici. Il gin tonic, per esempio. Ma non hai ancora capito che quello che
bevi in discoteca è sempre (come sopra) benzina e urina di buttafuori. La tua
più grande preoccupazione è che tutto il tuo gruppo di amici sia ubriaco al
punto giusto, perché un bicchiere in più è come un paio di Nike: non è che
senza quello tu non ti diverta, ma aiuta. Così come saresti in grado di correre
anche senza le Nike, ma anche loro aiutano. Voi ci andreste al parco a piedi
nudi? Meglio non rischiare.
22 anni
La mia
mentore Britney Spears direbbe “You’re not a girl, not yet a woman”. Le persone con cui esci sono sempre di
più, mischi i compagni del liceo con quelli dell’uni e la gente inizia a starti
sul cazzo. E questo è un punto di non ritorno. Cominci a odiare le persone, ed
è quando capisci che non bisogna per forza bere per divertirsi. Stai maturando,
finalmente. Bisogna bere per sopportare gli altri.
23-24 anni
Ormai hai il tuo cocktail preferito. Sai come si fa e lo
vuoi fatto bene. E in discoteca lo fanno proprio di merda. Ordini un gin tonic
e ti cadono gli incisivi superiori. Eppure la settimana prima lo avevi ordinato
in quel bar carino, lo avevi pagato anche solo 8 euro e non 10 e non ti aveva
corroso l’esofago. Forse non reggo più bene l’alcol? Non pensarlo mai. La verità
è che stai piano piano scoprendo che in discoteca servono benzina e urina di
buttafuori. Ti piace comunque parecchio uscire con gli amici e ubriacarti, ma perché
non farlo in un pub dove perlomeno non mettono suoni a caso ma canzoni vere? Stai
invecchiando, amico, eccome se lo stai facendo. Limoni un po’ tutti perché sai
che comunque non hai più vent’anni e prima o poi speri che la Vita ti mandi una
relazione seria, quindi meglio divertirsi un po’ nel mentre.
25 anni
È ufficialmente crisi. Un quarto di secolo: porca troia,
raga, sono vergognosamente vecchia. Cioè, posso ancora uscire e divertirmi, ma
chi rimorchio? I diciassettenni? Cominci a prendere sempre e solo lo stesso
drink, perché non hai più nemmeno il coraggio di osare. Cominci ad
appassionarti ai liquori, e sbagli i nomi dei tuoi amici: sei diventata tua
nonna. No, scherzo, non siamo ancora a questo punto ma poco ci manca. In passato
pensavi che a 25 anni avresti avuto una storia meravigliosa con qualcuno
follemente innamorato di te, invece sei solo come un cane e quindi cominci a
rimandare le aspettative ai 30. Hai più gruppi su WhatsApp che amici veri e,
nonostante tu sia consapevole della ghigliottina della vecchiaia che pende
sulla tua testa, speri ancora che qualche tuo amico tiri fuori una serata
divertente dal cilindro. Nessuno lo fa, così ti lanci tu. Proponi una serata
ignorante (è da tanto che non ne fate una insieme!) ma uno ha appena comprato
la macchina e non ha soldi, l’altro ha un appuntamento per visionare una casa
da affittare con la sua fidanzata e poi arriva lo stronzo che propone la cena
in casa con pizza del kebabbaro ed ecco che tutti si liberano. I tuoi amici
sono invecchiati prima di te, hanno un fidanzato e tu cominci a capire che
morirai sola. Così cerchi qualcuno con cui morire sola in compagnia. Vi sembra
questo un ossimoro? No, ragazzi, è uno stile di vita, è il mio: morire da soli,
ma con qualcuno solo come te accanto. Non necessariamente 1+1 fa sempre 2,
magari fa 1 e 1. A 25 anni tutti intorno a te iniziano a fantasticare sul
futuro e a invitarti a cene dove hanno preparato merde poco caloriche fatte in
casa, ma tu sei sì vecchio, ma non così tanto e l’hummus non lo mangi nemmeno
se te lo cucina Cracco. Tu sull’hummus ci caghi. Per convincerti che sei ancora
giovane apri Facebook: non ci sono più foto di cocktail ma mazzi di chiavi dei
tuoi compagni delle elementari che sono andati a convivere. Chiudi i social e
ti rannicchi ai piedi del letto: sono loro che hanno accelerato i tempi o tu
che sei spaventosamente in ritardo? Nel dubbio sei solo, e quella è una
certezza, una conferma. Provi a proporre una serata ai tuoi amici per
riprenderti ma ti infili nuovamente nel circolo vizioso di cui sopra. Ah,
dimenticavo: l’hangover inizia a durare una giornata intera.
Sugli anni a venire, vi saprò dire in futuro. Non ho ancora
compiuto 25 anni ma so già come andrà, ho preferito prepararmi
psicologicamente.
Io ho scoperto che sui Navigli fanno il drink più buono del
mondo: Disaronno e Passito. E confermo la mia età, vicino al pensionamento dai
locali. Ma vi prometto una cosa: io non diventerò mai così vecchia da ordinare
un analcolico alla frutta “perché stasera ho solo sete”.
B.
PS: Andare a ballare con soli maschi è stato meraviglioso. Mi
sono divertita da matti. Soprattutto perché quella sera all’Alcatraz, quella
con le tette più grosse del gruppo ero io.
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