A volte hai bisogno di arrivare a un soffio dalla
realizzazione del tuo sogno per capire che, forse, era il sogno sbagliato. Era il
sogno dietro al quale hai speso ogni energia negli ultimi anni, ma era il sogno
sbagliato. Era il sogno con cui ti eri riempita la testa, ma i sogni, quelli
veri, quando escono dai cassetti entrano nel cuore.
A volte hai bisogno di sconvolgere completamente la tua vita
e ritrovarti sola nel letto a fissare un soffitto che pare un maxischermo. A pensare
a quanto coraggio hai avuto a buttarti a capofitto nel buio delle notti insonni.
O quanta sconsideratezza. Perché chi dice che non ci sia nulla di peggio del
sentirsi soli in mezzo a una manciata di volti amici, non ha mai provato la
soffocante solitudine che t’affoga nel silenzio delle prime ore del mattino. Quando
la sveglia non ha ancora suonato, quando la nave dei tuoi pensieri ha già
riacceso i motori e punta dritta l’iceberg.
A volte hai bisogno di romperti i denti contro una porta
chiusa. Una porta sbattutati in faccia. Una porta che da troppo tempo lasciavi
socchiusa. Ma dalle porte chiuse a metà entrano solo gli spifferi, e con gli
spifferi ci si ammala. Non si prende il verme solitario, ci si ammala di cuore
solitario: il cuore si nutre solo dei miasmi che passano dalla serratura della porta,
batte più lentamente ma continua a pulsare nella speranza di riunirsi a chi sta
al di là di quella porta. Ma al di là della porta c’è del marcio che ha fatto la muffa, e il marcio che ha fatto la muffa puzza.
A volte hai bisogno di giocare d’anticipo e chiuderla tu
quella porta, prima che l’urto ti faccia cadere all’indietro. Prima che ti
faccia male. Un male che non ti aspettavi, che non avevi messo in conto, che si
accumula a un bagaglio di colpi incassati in silenzio ancora troppo grande.
A volte hai bisogno di un amico che davanti a un Godfather
ti dica che tu meriti di meglio.
A volte hai bisogno di sdraiarti ancora a letto, di fissare ancora quel soffitto che pare un maxischermo, e far partire,
per una volta, il film che vuoi tu.