COME PARLERÒ A 40 ANNI... O forse spero di no

Mi sono resa conto che i giovani a Milano parlano in modo assurdo. Sostantivi al posto di avverbi, avverbi che dovrebbero dare una sfumatura negativa e invece aggiungono enfasi, verbi usati impersonalmente come se li svendessero all'Esselunga. Così ho provato a immaginarmi a quarant'anni, con marito e figli: ho provato a immaginare i dialoghi della mia giornata tipo.

Suona la sveglia
“No, va beh ma che sbatti c'ho di alzarmi... Mo devo pure andare a svegliare i bambini e noo, va beh, ma che palle ma chi c'ha voglia di mettere su il caffè?! No, ma 'sto freddo? Ma i caloriferi in 'sta casali han messi così a caso? No, va beh non ho parole. Che presa male.”

In camera dei bambini
“Dai, su, tesoro, è ora. Apri gli occhi... Ei... Dai, figa, svegliati! Ma ti pare che fai finta di non sentirmi?! Vestiti e ci becchiamo al volo in cucina, ti preparo la colazione.”

All'Esselunga
“No, va beh, assurdo, cento punti fragola se compro la zuppa di ceci? Cioè, che poi la zuppa di ceci fa cagare a tutti eh, ma 'sti puntazzi fragola mica me li posso perdere! Ah, no, aspetta però: mi pare che lui sia allergico ai ceci... Va beh, balza, si attacca, non è che adesso posso prendere gli hamburger, non hanno lo sconto con la Fidaty. Ma anche no. Vada per i ceci e cazzomene, a lui preparo una bella insalatona e via. Ma 'sta qui in fila che non separa la spesa dalla mia? Non sa che esistono le apposite barre divisorie? No, va beh, 'sta tipa è assurda.”


Telefonata del marito
“Wei ciao, allora? Tutto a posto al lavoro? Alla grande! Io ho appena fatto un salto all'Esselunga. Noo, ma che stasera mi vuoi portare fuori a cena? No, va beh, sto male! Lo sai che amo il sushi! Impazzisco, giuro, c'è, top. Sushi stasera assolutamente top. Avevo preso la zuppa di ceci ma balza. Sushi e via, per forza! No, va beh, ma sei serio? Mi porti da Nobu? Noo, lascia stare! Figata! Sto malissimo! Dimmi? Per andare a prendere i bimbi a scuola? Ci riaggiorniamo e ti faccio sapere, ok? Al massimo ti scrivo su WhatsApp. Bella, a posto, ciao ciao.”

In metropolitana
“No, va beh, ma 'sto pirla? E' davvero convinto che le porte si aprano premendo il pulsante verde? Sto male, che babbo di minchia. Si stra vede che non è di Milano. Troppo impedito. No comment. No, ma 'sto qua? Ma dico, si vuole direttamente sedere in braccio? Ma stai nel tuo, oh!”

A casa con i figli
“Allora, raga? Tutto a posto oggi a scuola? Voti? Ma serio? Hai preso 9? Top! Mitico, sei un pro! E invece noo, come mai 'sto fail in scienze? Eh, questo è sbatti, dovrai recuperare. Sbatti vero.”

Telefonata col marito
“Wei, eccomi. Allora lui è andato alla grande! Ma proprio stra bene, eh! In scienze, invece, male a tratti malissimo, il che è sbatti ma alla fine va beh. L'altro bene ma non benissimo, nel senso che ho parlato con l'insegnate oggi, sono andata al colloquio, e mi ha detto delle cose abbastanza peso. Cioè, nulla di che, eh, però sai quelle cose che dette a così poco tempo dalle pagelle sono sbatti. Vedremo, dai, sperem. Allora rimaniamo che mi scrivi quando esci dall'ufficio e io mi faccio trovare pronta, anche se non ho nulla da mettermi e impazzirò, già lo so. Ma va beh. Ci riaggiorniamo allora.”

Telefonata con l'amica
“Eeii! Allora, che mi dici? Io tutto a posto, stasera sushi! Noo, ma sei seria? Che sbatti, dai, mi sarebbe stra piaciuto fare un ape con te! Ma stasera proprio non riesco, guarda, ho il sushi prenotato e il ristorante è top. Se ci beccassimo tipo domani? Sempre che tu non sia troppo svarionata se stasera esci con le altre. Io? Ovvio! Io sono libera domani sabato sono full, super stra impegnata, ma domani per me si può assolutamente fare. Ma hai sentito di quello che è successo? No, io piango, c'è, giuro, ho riso troppo, stavo malissimo! Non ci potevo credere ma sono dei babbi di minchia proprio. Va beh, oh, cazzocene alla fine, o no? Apposto, allora, ci riaggiorniamo per domani! Ti saluto che sono stra di fretta, un bacio!”

Coi bambini
“Oh raga, allora, venite qui. Stasera io e il papà usciamo a cena, te capì? Viene la nonna e... Non fate cadere la merenda! No, ma voi non ce la potete fare! Ma serio? Va' che macello adesso... Pulire è uno sbattone e non posso nemmeno balzare perchè son fuori tutta la sera, devo farlo adesso. Ma puoi? Ci vuole tanto a mangiare senza sbriciolare? Che sbatti. Io non ce la posso fare.”

Al ristorante
“No, va beh, che delirio 'sto menù! Sono troppo presa bene! Sto male, è troppa roba 'sto posto! Assaggiamo i nighiri... Tac, tanta roba, tantissima roba. Fra l'altro hai saputo di cosa è successo oggi? Io ci son rimasta, giuro, disagio palpabile proprio. Di-sa-gio. Sì, no, lo so, guarda, lasciamo stare. Ma che freddo non fa vicino alla cassa? Cazzo si ride il cameriere che ci saranno due gradi lì? Mi sembra un pirla. No, va beh, fai come vuoi. Ma hai visto 'sta scema di guerra che ancora e un po' mi butta giù la barca? La gente non ce la fa più, comunque. Va beh, dai? Facciamo come Baglioni? Sì, dai, direi che stiamo andiamo, facciamo quelli che vanno.”


In camera col marito
“Dai, mollami, adesso non ho sbatti, guardo un attimo FB, ok? Ma non esiste proprio! No, non vorrei dire una cazzata però secondo me il cameriere ha stra sbagliato a fare i conti. Top, abbiamo risparmiato! Comunque se ho tempo nel we do un'occhiata alle email e ti faccio anche sapere per quella roba là. Se riesco faccio un salto, altrimenti chiamo e dico che balza. Dev'essere stra bello, eh, però è sbatti andare fino a là e poi voglio che il piccolo studi bene scienze perchè la situazione è peso e non esiste che venga rimandato, zero proprio. Sì, ok, faccio anche quello, però non mi devi stare addosso o impazzisco. Ma poi cazzocene, ma voglio dire. Ma infatti sì, dai, balza, 'notte.”

Raga, oh, è sabato sera, tac! Io esco, non c'ho più sbatti di scrivere ma so cosa state pensando: state vivamente sperando che io a quarant'anni non viva più a MI. Andare in un'altra città? Boh, ci riaggiorniamo o vi faccio sapere via mail. E' un argomento un po' peso e ci devo pensare. Bella.

B.

PS: Ma 'sta pioggia?

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